Testimonianza di un figlio: Massimo
Com’era tua madre prima dell’Alzheimer e come ti sei accorto della malattia?
Mia mamma è sempre stata una persona molto dolce, ha dedicato la sua intera vita a crescermi e ho sempre avuto un rapporto stretto con lei. Si è sempre data tanto per gli altri e ha sempre avuto un cuore enorme. All’età di circa quarant’anni mia mamma ha avuto un infarto che le ha causato problemi circolatori ed era stata avvisata del rischio di sviluppare l’Alzheimer qualche anno più tardi. Quando sono andato a convivere, mio padre mi ha fatto presente che si trovava in una situazione difficile: mia mamma si dimenticava numerose cose e non riusciva più a gestire la casa come un tempo, noi inizialmente non capivamo quale potesse essere la causa, non abbiamo da subito collegato questi avvenimenti alla malattia, è stata mia moglie a capire di cosa si trattava.
Cos’hai provato dopo la diagnosi? Come hai scoperto l’associazione e in cosa ti ha aiutato?
Inizialmente avevo mille pensieri in testa, non sapevo cosa poter fare per mia mamma, viste le mie conoscenze iniziali non troppo approfondite riguardo alla malattia. Io e mia moglie abbiamo fatto numerose ricerche su Internet ed è così che abbiamo scoperto l’associazione. Venire a contatto con l’AIMA è stato essenziale per chiarirci le idee rispetto ai diversi aspetti della malattia. Grazie ad AIMA abbiamo capito a cosa andavamo incontro e abbiamo organizzato il nostro comportamento al riguardo. Per mia mamma frequentare i progetti dell’associazione è essenziale, perché può passare del tempo con altre persone che affrontano le stesse cose. Quando sei insieme ad altri, capisci che la malattia è affrontabile e che non bisogna farsi prendere dallo sconforto.
Cos’è cambiato all’interno della famiglia?
Diversi aspetti della vita familiare cambiano, all’interno della casa si iniziano ad affrontare molte cose in modo differente. Non puoi arrabbiarti se trovi un armadietto aperto o un pavimento sporco, devi comprendere la situazione in cui si trova l’altro e andargli incontro facendo anche i conti con le tue emozioni rispetto a quello che sta accadendo; questo porta a volte a momenti di stress, ma nulla a cui non si possa far fronte.
Quando esci con tua mamma, come si comporta la comunità nei vostri confronti?
Non tutti comprendono la sua situazione, ma personalmente non ci faccio caso, non mi faccio toccare da eventuali atteggiamenti dettati dalla maleducazione: ci sono persone che non vogliono capire e purtroppo riguardo a questo non si può fare molto.
Pensi di essere cambiato come persona?
Sono sempre stato molto sensibile, forse questa situazione ha contribuito ad accrescere questa mia caratteristica e mi sento anche maturato: ho davvero imparato a mettermi nei panni degli altri e a cercare di comprenderli, cosa che secondo me il mondo di oggi ci ha un po’ tolto.
Hai avuto altre esperienze di associazioni oltre ad AIMA?
No, non ho avuto altre esperienze ma ad oggi, dopo la mia esperienza con AIMA, posso davvero dire che gestire un’associazione non è semplice, richiede tempo e impegno. Stare a contatto con AIMA mi ha arricchito come persona: queste esperienze arricchiscono, e non è necessario ricevere una ricompensa, perché il premio è la sensazione che ti lascia dentro l’aiutare gli altri. A volte bisogna ricordarsi che per dare non c’è sempre bisogno di ricevere qualcosa in cambio.
Per te è stato difficile chiedere aiuto?
No anzi, per me chiedere aiuto è stato essenziale. Non si può conoscere tutto o essere dappertutto, e soprattutto non si può fare finta di niente. Non c’è nulla di sbagliato nel riconoscere ed ammettere che qualcosa non va e nel farsi dare una mano per affrontare il problema. Inoltre al giorno d’oggi ci sono innumerevoli mezzi per trovare informazioni e aiuto.
Qualcosa nel vostro rapporto o nel comportamento di tua mamma è cambiato?
Il rapporto con mia mamma non è cambiato, da sempre siamo molto legati. Un cambiamento che ho notato in mia mamma, che è sempre stata dolcissima, è stato l’avvento di una punta di aggressività verbale in alcune situazioni ma anche cambiamenti come questi vanno accolti e capiti.
Cosa consiglieresti ad una persona che deve affrontare una situazione di questo tipo?
Il consiglio più grande che io possa dare è quello di farsi aiutare, non vergognarsi a chiedere aiuto e a confrontarsi con gli altri. Ogni situazione è molto personale, ma parlare con altre persone che stanno affrontando la stessa cosa che stai affrontando tu, ti fa capire che non sei solo e che tutto quello che stai vivendo può essere affrontato. Possono presentarsi momenti di sconforto, ma se noi lo lasciamo vincere non andiamo avanti: bisogna farsi forza e combattere sempre.
(la testimonianza di Massimo è inserita nel n.23 de nostro notiziario 2019)